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In un mondo in cui la skincare è spesso ridotta a una sequenza di prodotti consigliati da influencer, la pulizia viso professionale rimane una certezza. Non una moda, non un trend passeggero, ma un passaggio imprescindibile per chi vuole davvero prendersi cura della propria pelle. Eppure, c’è ancora chi la considera superflua.

Chi pensa che una buona detersione quotidiana sia sufficiente ignora un fatto: la pelle è un filtro, non una superficie liscia. Smog, residui di trucco, eccesso di sebo e batteri si accumulano nei pori, alterando la sua capacità di rigenerarsi. Immagina un pavimento. Puoi passarci sopra uno straccio ogni giorno, ma dopo settimane di accumulo di sporco invisibile, serve una pulizia più profonda. La pelle non è diversa.

Il punto non è solo eliminare le impurità, ma farlo nel modo giusto. Una pulizia viso fatta male può danneggiare la barriera cutanea e peggiorare la situazione.

Per questo serve una skintherapist esperta, in grado di analizzare la tua pelle e capire cosa serve davvero, scegliere tecniche di detersione, peeling ed estrazione in base al tuo tipo di pelle e ripristinare la barriera cutanea senza stressarla.

La frequenza ideale dipende dalla pelle. Pelli grasse e acneiche richiedono trattamenti più regolari, mentre una pelle normale può beneficiare di una pulizia profonda ogni due mesi. L’importante è non esagerare: troppa esfoliazione può rendere la pelle più vulnerabile e reattiva. Grazie al metodo FaceMap, oggi è possibile creare una vera carta d’identità della pelle, evitando trattamenti generici e agendo in modo mirato. La pelle non è uguale per tutti e non dovrebbe essere trattata come tale.

Pulire non significa solo eliminare. Significa preparare la pelle a funzionare meglio. Se vuoi vedere la differenza tra una pelle semplicemente detersa e una pelle che lavora nel modo giusto, prova una pulizia viso fatta con logica e metodo. Non basta lavare, bisogna saper leggere la pelle.

S.Master

Deborah Buffa